MATERA3

LA TERRA DELLA CITTA’ DEI SASSI

REGIONI D’ITALIA: LA BASILICATA

 

Quella lucana è tutta una terra da scoprire e da vivere, non soltanto per le sue bellezze paesaggistiche come le Dolomiti Lucane o il Parco Nazionale del Pollino ma anche, e soprattutto, per la sua ricchezza agroalimentare. Ma a rendere magica l’atmosfera di questa regione è Matera, la Città dei Sassi considerata un vero scrigno che rivela ancora oggi i segreti e le origini poco conosciute di questi luoghi…

La Basilicata può essere definita come il “cuore” dell’Italia Meridionale anche se spesso, questa regione viene dimenticata da tutti e costretta a mascherare così la sua vera identità, la storia, le tradizioni locali e l’economia. Nonostante la sua doppia denominazione di Basilicata e Lucania, non è mai stata facilmente identificabile se non per la sua povertà e le riconosciute difficoltà di raggiungimento dei suoi luoghi. Rimasta per molti una regione povera, priva di attrazioni turistiche e attività produttive fino agli anni ’30, quand’appunto si registrano i primi insediamenti industriali, ha visto soltanto negli ultimi decenni una sua rivalutazione turistico-culturale. La mancanza dell’industria, le troppe difficoltà di raggiungimento e un territorio prevalentemente inagibile si sono ridotti nel tempo che solo grazie a qualche infrastruttura come l’Acquedotto e alcune vie di comunicazione importanti costruite negli anni ”30. Ma solo dopo gli anni ”80 si hanno dei veri insediamenti industriali e si tenta una ripresa economica. Nel terzo millennio, la storia in questa regione è come se si fosse fermata, tanto che l’emigrazione, la mancanza di infrastrutture e la debolezza economica si fanno sempre più forti. In aggiunta, i vari governi e i politici della regione non sono mai stati in grado di far si che lo sviluppo toccasse queste terre. Ma la sua storia, sebbene triste e dolorosa per alcuni versi, è lunga e interessante, distribuita com’è nei secoli e attraverso diverse dominazioni. È curioso conoscere l’origine del suo “suppletivismo”, in quanto questa risulta essere l’unica regione della Penisola a possederlo. Il nome degli abitanti, infatti, non ha un legame etimologico col toponimo di Basilicata, bensì con Lucania. Quest’ultima era una regione preromana che si estendeva lungo la costa tirrenica e ionica, escludendo il Vulture e tutto il territorio ad est di Bradano e la stessa Matera. Includeva invece Cilento e Vallo di Diano, sconfinando nella zona attuale di Cosenza. Il toponimo sembrerebbe derivare dai suoi abitanti di lingua osca, i Lucani. Una seconda ipotesi fa risalire l’origine della popolazione all’eroe mitico Lucus, dal greco “lykos” ovvero “lupo”, o dal latino “lucus” “bosco sacro”. Basilicata, invece, è un termine più recente che si fa risalire al periodo dell’Italia tardo bizantina del XI e XII secolo. Deriverebbe dal “basilikós” ossia “reale/imperiale”, a sua volta proveniente dal sostantivo “basileús” “re/imperatore”. Il basilikós era il funzionario del re che governava una parte dell’antico territorio lucano, ancora dominato da Bisanzio. Al di là delle origini etimologiche, la storia ci insegna che la Lucania durante l’età medievale comincia a smembrarsi grazie alle molteplici invasioni che si sono susseguite nel tempo – dai Longobardi ai Saraceni prima, dai Bizantini ai Normanni poi – finisce per perdere i suoi antichi confini, oltre che il suo nome d’origine. Rimane un “Giustiziato della Basilicata” che, tra le occupazioni angioine, aragonesi e borboniche, finirà per acquisire la fisionomia che oggi appartiene all’attuale Basilicata. Contrariamente a quello che si può pensare la terra Lucana, oltre ad essere memore di periodi gloriosi, possiede molte attrattive naturali quali le Dolomiti Lucane, il Parco del Pollino oppure i Laghi di Monticchio, senza dimenticare le incantevoli località marine di Maratea, Metaponto e Nova Siri Marina. Oggi, con il costante sviluppo del turismo, si sta finalmente scoprendo in questa regione che, anche se in alcune zone predomini l’aspetto desolante, dove in un primo momento si possa dubitare della presenza umana, in altre ci si accorge con forte stupore, che la Basilicata ha un suo fascino suggestivo e Matera ne è certamente l’esempio più eclatante. Matera riesce ad affascinare e a coinvolgere i suoi visitatori per la sua unicità, un luogo in grado di stupire e donare sensazioni che difficilmente si dimenticano. Oltre ad essere considerata la capitale rupestre del Mediterraneo per la sua conformità urbana, la sensazione che si prova nella “Città dei Sassi” è quella di addentrarsi in un presepe. Infatti, Matera è chiamata “la seconda Betlemme” e non a caso qui fu ambientato il film “The Passion” di Mel Gibson e il “Vangelo Secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini. Negli anni Cinquanta, quando la popolazione viveva nelle grotte scavate nel tufo fu costretta a migrare per insediarsi nei quartieri cittadini moderni, nessuno avrebbe mai pensato che quelle grotte, ovvero i Sassi, sarebbero divenuti il simbolo di una città che rinasce. Infatti, agli inizi degli anni Novanta, i Sassi di Matera furono inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dall’Unesco, in quanto vero esempio di sistema di vita millenario da tramandare orgogliosamente alle generazioni future. Il tufo è la roccia che circonda la città e che gli artigiani di questi luoghi hanno imparato a lavorare fin da epoche remote. Questo materiale è molto tenero e friabile e viene offerto in gran quantità dalla montagna che domina la città, oltre ad essere estratto e lavorato per diventare la facciata dell’abitazione. Dalle prime abitazioni se ne aggiunsero di nuove con il passare del tempo, intensificando il territorio di cunicoli e viuzze, trasformandosi in quella magia dei Sassi che rappresentano un vero tuffo nel passato di questo popolo antico. Tuttavia, Matera non è solo sinonimo di Sassi, bensì oggi come in passato, è conosciuta per la sua agricoltura. Infatti, i prodotti che più l’hanno resa celebre sono il famosissimo pane che porta il nome della città, con la sua mollica di color giallo paglierino, il pane di Matera viene esclusivamente prodotto con semola di grano duro. Particolarmente suggestivo è il rito dei tre tagli impressi con il coltello all’impasto che stanno a simboleggiare la Santissima Trinità; gesto di profonda devozione con cui le famiglie ringraziavano Dio per la possibilità di consumare questo bene primario. La tradizione agricola ha dato vita anche alla pasta, realizzata rigorosamente con il grano duro lucano e prodotta in svariate forme come le orecchiette, i cavatelli e gli strascinati. Un altro piatto della tradizione che celebra un forte legame tra questo popolo con la terra è la crapiata, una zuppa di legumi che veniva preparata alla fine della trebbiatura per festeggiare il raccolto, utilizzando diversi cereali come il farro, le lenticchie, il grano, i ceci, i fagioli, le fave, le patate e i piselli. Ma non si può dire di aver completato la visita a Matera senza essersi mai affacciati, sul calar della sera, in qualche belvedere della città, il panorama sarà proprio quello di un vero presepe. A voi dirci se avete mai visto qualcosa di simile prima di d’ora…

Marco Rinaldo

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