DELAPOSTE

IL SIGNORE DELLE DOLOMITI

Nel novero dei racconti e delle interviste raccolte tra i nostri colleghi è ora il turno di Lorenzo Caldiron, Head Concierge del prestigioso Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo, famosissima località turistica invernale delle Dolomiti. In questa bella chiacchierata, Lorenzo ci racconta alcuni momenti della sua vita e quanto le scelte fatte siano state determinanti in questo percorso esistenziale. Non mancano, naturalmente, incisi e curiosità…

 

Lorenzo, raccontaci com’è la stagione tipo a Cortina nel periodo invernale?

Lo sci a Cortina è il top per coloro che amano questo sport, ma quest’anno devo far notare che è riapparsa quella meravigliosa forma di vacanza sulla neve abbinata al business. Pranzi, cene, cocktails, meetings d’affari sono riapparsi con prepotenza e in parte ho respirato l’atmosfera degli anni in cui Cortina era il fulcro del jet-set invernale. Nuove idee, nuovi orizzonti (Olimpiadi 2026) nuovi Hotels in arrivo, nuovi investitori… credo che dopo la fase emergenziale ne vedremo delle belle. È solo questione di tempo… tra non molto si decolla ragazzi!

Le tue origini non sono di certo bellunesi. Cosa ti ha spinto a lavorare nelle Dolomiti?

Perché un padovano (friulano d’adozione) è capitato a Cortina? Beh è molto semplice. Tanti anni fa un mio caro amico famoso albergatore di Lignano Sabbiadoro mi consigliò di fare la stagione invernale a Cortina d’Ampezzo e in particolar modo mi indicò l’Hotel De La Poste. Esitai un momento, ma seguii il suo consiglio. Da quel momento sono passati quasi 30 anni di assoluta fedeltà al “Posta” e ai suoi ospiti.

Ci puoi raccontare quanti clienti VIP hai visto in tutti questi anni di servizio al Posta? E che emozioni ti hanno regalato?

 

Il ruolo del Concierge ha ereditato negli anni un suo fascino particolare e la testimonianza dell’operato dei colleghi del passato ne ha cristallizzato tutto il bello di questa professione. Oggi nella “new age” del turismo alcune formule sono sparite, ma con i clienti VIP il “Luxury cliché” viene mantenuto e ampiamente apprezzato. Ovviamente sapersi relazionare con i clienti dipende molto anche dal carattere di ognuno di noi. Nel mio caso, ad esempio, con alcuni ospiti c’è un’empatia tale che quando ci salutiamo la stretta di mano non è sufficiente tanto che ci abbracciamo come vecchi amici.

Marco Rinaldo

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