l’Italia sarà tra i Paesi che risentirà in modo più rilevante del crollo della domanda. Il sistema turismo italiano è sicuramente fra quelli maggiormente colpiti dall’impatto negativo causato dall’emergenza sanitaria del coronavirus. Emergenza di cui al momento non è possibile prevedere la durata ed il grado di diffusione mondiale, ma siamo tutti consapevoli che l’Italia sarà tra i Paesi a risentire maggiormente del crollo della domanda, nonostante abbia un’offerta senza eguali al mondo.
A mancare, al momento, sono la fiducia e la reputazione necessarie ad una pronta ripresa di tutto il comparto, che a breve sarà chiamato a rimboccarsi le maniche e rimettersi in gioco come non mai. E sebbene il drammatico crollo dei viaggi nel mondo, la chiusura delle frontiere verso l’Italia, cambi profondamente il trend di crescita che ha caratterizzato il settore turistico negli ultimi anni, non ci si può permettere di chiudere le porte in attesa di tempi migliori. Alcuni lo hanno già fatto pensando che anche nella più rosea delle previsioni, le cose tarderanno a riprendersi. Sono quegli operatori stagionali che non avranno né il tempo, né la forza per affrontare l’incognito, benché la situazione, oggettivamente, necessiti di essere valutata giorno dopo giorno. Chiedersi però in che modo città come Roma, Milano, Venezia, Firenze, Napoli, Torino, Genova, Verona intendano affrontare il futuro non può essere un’incognita, stanchi come sono di assistere impotenti al silenzio e alla desolazione di questi giorni. Dovranno essere loro per prime a spingere sull’acceleratore della ripresa così che anche le altre località di interesse turistico, possano ritrovare il coraggio per affrontare ciò che verrà. Nel frattempo, Federalberghi ci consegna dati preoccupanti con numeri di cancellazioni in continuo aumento su tutto l’arco dell’anno anche se, siamo convinti che, città come quelle elencate, non potranno trasformarsi in luoghi fantasma, svuotate di interesse e di visitatori. Così come le località balneari, lacustri, termali e montane che ricominceranno tutte, adottando le misure di sicurezza previste, ad accogliere i turisti. E, se le previsioni ottimistiche si dimostreranno tali, è lecito nutrire la speranza che, seppure a rilento, tutto ricominci ad andare come prima. La nostra Bella Italia ha tutte le caratteristiche per far sì che ciò avvenga e, anche se in maniera ridotta, non obbligherà gli operatori turistici a chiudere le porte. “Ma di fronte ad una crisi di proporzioni eccezionali – suggerisce Tonino Pencarelli, Business Management dell’Università di Urbino – è necessario attuare da parte delle Istituzioni pubbliche e delle imprese piani di gestione straordinari, capaci di fronteggiare l’emergenza e programmare iniziative rapide ed efficaci per rilanciare il turismo in Italia nel prossimo futuro. In un complicato e frammentato contesto normativo, in cui la materia del turismo è di competenza regionale – continua – è opportuno organizzare fin da ora, come suggerito da più parti, un organismo di coordinamento di Crisis Communication e di Public Brand Management. Un’entità in grado di sfruttare al meglio le sinergie tra operatori pubblici e privati, composto anche da esponenti del mondo imprenditoriale, al fine di predisporre campagne di comunicazione condivise, volte a riconquistare la fiducia dei diversi segmenti del turismo mondiale. Sarà poi opportuno stanziare risorse per sostenere la domanda internazionale e domestica, con dei buoni vacanza per fruire di alcuni servizi a prezzi vantaggiosi come l’ingresso gratuito nei musei e dei luoghi di interesse turistico. Saranno importanti anche azioni di co-marketing Stato-Regioni in collaborazione con gli operatori privati – insiste – per promuovere le destinazioni italiane all’estero. Sarà necessario il coinvolgimento di testimonial, l’organizzazione di importanti eventi culturali e sportivi, oltre che campagne capillari su tutti i media esteri, oggi accomunati da condotte svalutative di tutto ciò che è italiano, ma probabilmente domani, più consapevoli della portata globale di questa emergenza sanitaria, più ben disposti verso l’Italia. Infine, i Policy Makers sono chiamati a realizzare urgenti azioni volte a favorire investimenti in processi di qualificazione e d’innovazione strutturale e digitale delle imprese, soprattutto quelle del comparto ricettivo, dell’intermediazione e della cultura. Quanto alle aziende turistiche – va avanti Pencarelli – esse non potranno certo accontentarsi dei sussidi pubblici ed appoggiarsi alle iniziative di promozione di E.N.I.T. e Regioni. Le imprese, oltre a collaborare in strategie di co-marketing con gli enti pubblici, dovranno essere attente a sviluppare proposte di valore attrattive, puntando a recuperare i clienti fidelizzati negli anni scorsi ed a conquistare segmenti nuovi. Per molte organizzazioni, l’esigenza di proporre innovazioni di prodotto potrà richiedere investimenti strutturali e manageriali, oltre che il cambiamento degli attuali modelli di business e l’attuazione di percorsi collaborativi più strutturati. La comunicazione dovrà essere fin da subito incisiva, capace di suscitare l’attenzione della domanda turistica, oggi davvero impaurita e indirizzata verso destinazioni considerate più sicure. Serviranno campagne di social media marketing, articolate nelle lingue dei paesi considerati prioritari per il rilancio del turismo italiano e svolte in collaborazione con le istituzioni. Per il comparto turistico italiano nel suo complesso -conclude – l’emergenza sanitaria può dunque rappresentare l’occasione per strutturarsi maggiormente e per accelerare i percorsi di innovazione previsti dal piano strategico nazionale del turismo 2017-2022, sia a livello di governance pubblica del settore, sia a livello di imprese, chiamate a velocizzare i processi di qualificazione dell’offerta e della crescita per restare competitive. Non va infine sottovalutato il fatto che se l’intero sistema Paese riuscirà a sconfiggere con efficacia la diffusione del virus, potrebbe improvvisamente trovarsi a risollevare il brand Italia, qualificandosi come leader di lungimiranza nel mondo”. Nell’attesa, ci auguriamo che il Governo trovi delle situazioni tampone che consentano il riavvio di tutto il settore turistico e le imprese ad esso correlate che, insieme alle bellezze naturali, sapranno confezione quel pacchetto di vacanza irrinunciabile per chiunque. Perché alla fine, dopo aver vissuto in prima persona il rischio di ammalarsi, la voglia di riprendersi la vita in mano sarà sicuramente maggiore rispetto al resto. (Dir)
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